sabato 17 marzo 2012

Il Monachesimo e i Monasteri

Monastero benedettino di Montecassino
Nell'Europa Medievale i monasteri, grandi complessi dove vivevano comunità di monaci, furono importanti centri di civiltà. In origine erano sorti come luoghi di preghiera e di meditazione per coloro che avevano scelto di ritirarsi dalla vita e dalla società civile e dedicarsi a Dio. I primi erano stati fondati in Oriente, ma ben presto si diffusero anche in Occidente. Cominciò a diffondersi una tradizione cenotica, cioè gente che sta tutta insieme (monasteri), dove vigeva la regola: Orat e labora(=prega e lavora). Nella tradizione orientale, invece, si diffusero gli eremiti, erano dei religiosi che volevano seguire Dio isolandosi.
San Benedetto da Norcia
nel pozzo del monastero di Subiaco
L'iniziatore del monastero Occidentale fu San Benedetto da Norcia (circa 480-547). Nel 529  egli fondò il monastero di Montecassino e diede vita ad un ordine religioso (l'ordine benedettino). Ma soprattutto dettò un regolamento (la regola), che i monasteri e i monaci erano tenuti a seguire nella loro vita quotidiana. La regola benedettina, che divideva la giornata dei monaci tra la preghiera , il lavoro intellettuale e il lavoro fisico, fu la prima seguita in Europa. Altri monasteri importanti furono quelli di Farfa, di Subiaco, di Nonantola, di Bobbio e di Monreale e, in Europa, quello di Cluny, in Francia, fondato nel 910.
Il monastero svolse contemporaneamente diversi ruoli. Era inanzitutto, un centro di preghiera e di pace in un'epoca caratterizzata dalla violenza e dall'insicurezza. Ma la comunità dei monaci doveva mantenersi e quindi all'interno del monastero si svolgevano diverse attività economiche. La più importante era l'agricoltura: ogni monastero possedeva delle terre che gli provenivano da donazioni e offerte dei fedeli; esse prendevano ad amministrarle, a coltivarle, a vendere la produzione eccedente. Aveva anche laboratori artigianali i cui prodotti venivano usati direttamente ma anche messi in vendita.
Amanuensi in tavola
Intorno al monastero vivevano non solo monaci, ma anche artigianai, contadini, operai salariati e operai agricoli. Ben presto i monasteri più importanti divennero grandi centri di vita economica, a cui facevano capo i commerci e gli scambi di tutta la regione circostante.
Inoltre il monastero era un centro di cultura. Esso aveva perciò una fornitissima biblioteca, all'interno della quale decine di copisti, o amanuensi, ricopiavano scrivendo a mano gli antichi manoscritti, che talvolta illustravano con miniature anche di grande pregio. Trascrivevano di tutto: tecniche di agricoltura, cantici, romanzi, anche libri all'epoca censurati. Per loro era cultura che doveva venire tramandata. Anche se in quel momento non capivano il significato e senso del documento, loro lo trascrivevano lo stesso, perchè in futuro pensavano che arrivasse un' acculturato a spiegare il significato del libro.
In virtù della loro opera, molti testi venivano resi disponibili in più copie, sia per la biblioteca del monastero che per lo scambio con codici provenienti da altri monasteri o per la vendita.
I monasteri contribuirono in questo modo a salvare la cultura classica antica, ricopiandone e conservandone i testi, e resero disponibile all'Europa medievale la cultura dei Padri della Chiesa e dei grandi santi cristiani.
Copisti all'opera
Iderono nuove tecniche per conservare il cibo, come la carne. Conservavano, o meglio nascondevano, le carni macellate dentro sfoglie di pasta all'uovo, per proteggere i viveri dalle invasioni e dalle barbarie di popolazioni vandaliche. Salavano la carne e idearono il prosciutto crudo. Anche il parmiggiano è stato ideato da loro. Pare che una mucca, di razza rossa, della provincia di Parma mangiava erba che dava un diverso latte, lo avevano coagulato, e fatto stagionare, così crearono il formaggio parmiggiano.
Grazie alla loro biblioteca rivedevano le tecniche e le rielaboravano per non perdere mai la tecnica e la cultura.