Monastero benedettino di Montecassino |
San Benedetto da Norcia nel pozzo del monastero di Subiaco |
Il monastero svolse contemporaneamente diversi ruoli. Era inanzitutto, un centro di preghiera e di pace in un'epoca caratterizzata dalla violenza e dall'insicurezza. Ma la comunità dei monaci doveva mantenersi e quindi all'interno del monastero si svolgevano diverse attività economiche. La più importante era l'agricoltura: ogni monastero possedeva delle terre che gli provenivano da donazioni e offerte dei fedeli; esse prendevano ad amministrarle, a coltivarle, a vendere la produzione eccedente. Aveva anche laboratori artigianali i cui prodotti venivano usati direttamente ma anche messi in vendita.
Amanuensi in tavola |
Inoltre il monastero era un centro di cultura. Esso aveva perciò una fornitissima biblioteca, all'interno della quale decine di copisti, o amanuensi, ricopiavano scrivendo a mano gli antichi manoscritti, che talvolta illustravano con miniature anche di grande pregio. Trascrivevano di tutto: tecniche di agricoltura, cantici, romanzi, anche libri all'epoca censurati. Per loro era cultura che doveva venire tramandata. Anche se in quel momento non capivano il significato e senso del documento, loro lo trascrivevano lo stesso, perchè in futuro pensavano che arrivasse un' acculturato a spiegare il significato del libro.
In virtù della loro opera, molti testi venivano resi disponibili in più copie, sia per la biblioteca del monastero che per lo scambio con codici provenienti da altri monasteri o per la vendita.
I monasteri contribuirono in questo modo a salvare la cultura classica antica, ricopiandone e conservandone i testi, e resero disponibile all'Europa medievale la cultura dei Padri della Chiesa e dei grandi santi cristiani.
Copisti all'opera |
Grazie alla loro biblioteca rivedevano le tecniche e le rielaboravano per non perdere mai la tecnica e la cultura.